L’ictus è un danno neurologico che si verifica quando in seguito ad un evento ischemico o emorragico si ha la morte delle cellule cerebrali.
Tipi di ictus
L’ictus può essere causato da un evento ischemico o emorragico.
- Nell’ictus ischemico, si verifica una riduzione o interruzione della perfusione sanguigna a causa della chiusura totale o parziale di un’arteria cerebrale o di un vaso arterioso per via di un trombo o di un embolo.
Il risultato è il mancato apporto di ossigeno e nutrienti al cervello e la conseguente morte delle cellule. - Nell’ictus emorragico, il cervello viene inondato dal sangue che fuoriesce da un’arteria rotta provocando un’emorragia, che oltre a causare mancanza di ossigeno al cervello comporta anche una eccessiva compressione sulle strutture cerebrali.
- Infine, esiste il cosiddetto TIA, attacco ischemico transitorio, in cui si ha la comparsa di sintomi legati ad ictus che hanno durata massima di 24 ore e non lasciano esiti di alcun di tipo. Devono essere valutati perché potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per un successivo attacco ischemico.
Fattori di rischio
I fattori di rischio legati alla comparsa di ictus possono essere distinti in due categorie: fattori di rischio non modificabili e fattori di rischio modificabili.
I fattori di rischio non modificabili sono:
- età
- sesso
- familiarità
- etnia
I fattori di rischio modificabili vengono definiti così perché attraverso un corretto stile di vita ed una sana alimentazione possono essere ridotti. Tali fattori sono:
- ipertensione arteriosa
- fumo
- diabete mellito
- trombofilia
- consumo di alcool e droghe
- obesità e sovrappeso
- inattività fisica
- alcune condizioni metaboliche
- malattie cardiache
Quali sono i sintomi?
La caratteristica principale dell’ictus è che compare all’improvviso, generalmente in assenza di dolore.
I sintomi ad esso correlato possono variare in base al tipo di ictus in corso, e in base all’area del cervello colpita, ma generalmente i più frequenti sono:
- paralisi o debolezza o formicolio di viso, braccio e/o gamba;
- difficoltà di produzione o comprensione del linguaggio verbale (afasia);
- perdita di equilibrio;
- vertigini;
- mancanza di coordinazione motoria (atassia);
- deficit del campo visivo;
- disfagia;
- mal di testa.
La gravità di questi sintomi è molto variabile e dipende strettamente dal danno cerebrale che è stato provocato dall’evento ischemico.
Diagnosi e cura
La diagnosi dell’ictus si basa sull’anamnesi, oltre che su esami del sangue ed esami strumentali come TAC, angioTAC, ecografia delle carotidi, risonanza magnetica. L’indagine diagnostica è volta al riconoscimento del tipo di evento che ha determinato l’ictus, del danno conseguente e dei fattori di rischio che ne hanno determinato la comparsa.
Trattamento
La presa in carico del paziente che ha avuto un ictus deve essere quanto più rapida possibile. Il paziente viene stabilizzato, vengono eseguiti gli esami del caso per determinare il tipo di ictus e il danno, e viene impostato il trattamento.
In seguito, si passa alla pianificazione della terapia farmacologica.
Fondamentale è anche iniziare subito la riabilitazione: un inizio precoce aumenta molto il margine di recupero funzionale del paziente. Grazie alla plasticità del nostro cervello, è possibile, attraverso stimoli esterni, modificare le sinapsi, instaurarne di nuove ed eliminarne alcune. In questo modo il cervello riesce ad adattarsi ad una nuova realtà cambiando la propria struttura e funzionalità in base alla necessità che si pone in seguito ad un danno cerebrale.
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